Il relitto del Thistlegorm


Ho letto da qualche parte che attualmente il Thistlegorm viene 
considerato l'ottavo relitto più bello esistente al mondo.
 
Partendo da questa considerazione sono andato
a farmi la mia bella vacanzina nel Mar Rosso
con il preciso intento di andarlo a vedere.
E così ho fatto.
 

 
Una volta lì ho scoperto una curiosa consuetudine dei vari diving della
zona di Sharm, ovvero che portano la gente sul Thistlegorm
(chiamato anche semplicemente THG)
solo negli ultimi giorni della settimana, di norma il venerdì,
e non ho capito perchè.
 
Questo fatto, in alcuni rari casi, si è rivelato una fregatura
perchè se il mare quel giorno non è nelle condizioni adatte
si rischia di tornare a casa (in Italia) a bocca asciutta,
come ahimè è successo ad un mio amico (Maurello, per la cronaca).
 



 
Per quanto riguarda la sua ubicazione va detto che il THG è un po'
impegnativo da raggiungere, servono infatti circa 4 ore di navigazione
per arrivarci se si parte dal vecchio porto di Sharm.
Un po' di più se si parte da altri posti tipo villaggi e affini.
Quattro ore per andare, quattro per tornare,
alla fine sono proprio otto ore tonde tonde di navigazione,
ma dopo averlo visto posso dire tranquillamente che ne vale la pena.
 


 
Prima di tutto un rapido accenno alla sua storia:
il THG era una nave da trasporto varata nel 1940, appena un anno
prima del suo affondamento (ottobre 1941).
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale il THG era stato
requisito dalle autorità inglesi per essere utilizzato in operazioni
di trasporto merci militari.
Per tale funzione era stato anche dotato di una moderata
capacità di autodifesa, che consisteva in un bel cannone
posto nella zona di poppa.
 
Fu affondato ad opera di bombardieri leggeri tedeschi nella notte
tra il 6 ed il 7 ottobre del '41, mentre era all'ancora assieme
alla moltitudine di navi che costituivano il convoglio
che doveva portare merci ed armamenti al generale Montgomery
impegnato contro i tedeschi di Rommel sul fronte nordafricano.
 
Il caso (o la sfiga) ha voluto che una bomba (l'unica andata a segno
tra tutte le navi ancorate in quel frangente) colpisse la stiva nr.4
che guarda caso era proprio quella che ospitava la S.Barbara!
Pochi minuti dopo l'esplosione della bomba tedesca,
le fiamme hanno infatti raggiunto la zona degli esplosivi
e quello è stato il vero colpo di grazia, tant'è che con un boato da
antologia la nave si è letteralmente spaccata in due pezzi
ed è andata giù in un attimo, posandosi sul fondale che ancora
 oggi silenziosamente la ospita, a 33 metri di profondità.
Bilancio finale: nove morti su una cinquantina
di uomini di equipaggio che erano a bordo.
 


 
La perdita di quella nave fu un brutto colpo per gli inglesi,
sia per il fatto fine a se stesso, ma più che mai per l'ingente
carico di materiale che era andato perduto.
La nave era infatti stracolma di ogni tipo di materiale,
bellico e logistico:
autovetture (Morris),
camion, moto (BSA),
fucili ed armi varie, carri armati,
vagoni ferroviari con tanto di locomotiva,
ali d'aereo,
siluri,
pneumatici, stivali in gomma,
ed altro materiale militare in genere.
 
Ebbene, tutto quel materiale (ormai non proprio tutto)
è ancora li, in discrete condizioni generali,
mediamente eroso da 60 anni di permanenza sott'acqua
ma pur sempre affascinante e quanto mai suggestivo!
 

 
Col tempo purtroppo qualche nostro baldanzoso collega sub
ha pensato bene ("bene" si fa per dire, ovviamente) di portarsi a casa
qualche bel pezzo rinvenuto nel relitto.
Il risultato è che ai giorni nostri la nave è stata ormai depredata
di tutto ciò che era asportabile, e ciò che non lo era
è stato portato via lo stesso.
 

 
Lo stesso Jacques Ives Cousteau, primo scopritore del
THG negli anni '60, pensò bene di portarsi via la campana della nave,
l'oggetto-simbolo che incarna un po' l'anima stessa di una imbarcazione.
Quell'atto, come per una sorta di maledizione, fu fatale
alla nave della flottiglia di Cousteau che decise di
fregiarsene a mo di trofeo, tant'è che entro breve
colò a picco anche lei portandosi dietro il figlio dello stesso Jacques.
Una brutta storia.
 

 
L'immesione sul THG è in realtà una vera e propria full-day,
infatti si parte la mattina presto e si torna nel tardo pomeriggio
giusto in tempo per una bella doccia ristoratrice.
 

 
Una volta giunti sul posto si fa una prima immersione
per visitare l'esterno della nave e tutto ciò che è possibile vedere
sul ponte, quindi vagoni ferroviari, siluri, cannone di poppa
e ciò che resta dei alcuni carri armati dilaniati dalla
violentissima esplosione della S.Barbara.
Riguardo questo ultimo aspetto devo ammettere
di essere rimasto molto impressionato dall'entità del contorcimento
delle lamiere e dei longheroni portanti dello scafo
nella zona della S.Barbara, a testimonianza di quanto debba
essere stata violenta l'eplosione che ha spezzato in due il povero THG.
 

 
La seconda immersione viene fatta di norma completamente
all'interno della nave, passandosi in rassegna tutte le stive
ancora colme del loro prezioso carico.
E' rigorosamente necessario avere la torcia al seguito,
meglio se molto potente, e, più in generale, non avere problemi
di claustrofobia o avversione per gli ambienti chiusi.
Per il resto che dire, è uno spettacolo!
Quando e se ricapiterò da quelle parti
sicuramente ci ritornerò.